Tutti sappiamo che esistono differenze tra le esigenze nutrizionali dell’adulto e quelle del bambino, ma molto meno si parla delle differenze tra maschi e femmine, a tutte le età. In realtà, è sempre più evidente che occorre pensare ad una “alimentazione di genere” che si indirizzi più precisamente alle diverse esigenze di uomini e donne.

Con la pubertà, il diverso assetto ormonale comporta tanti cambiamenti che sottintendono differenze tra maschio e femmine, anche come esigenze nutrizionali.

Quindi, sebbene le regole della corretta alimentazione rimangano le stesse indipendentemente dal genere, nel formulare una dieta corretta vanno considerati alcuni fattori importanti.

Il primo è la quantità di energia che deve essere fornita e che, a parità di età, altezza ed attività fisica è minore per le femmine rispetto ai maschi. Questo è legato alla minor percentuale di massa muscolare delle donne: il muscolo è il tessuto che consuma più energia anche a riposo. Le raccomandazioni su come ripartire l’energia sono indipendenti dal genere (20-35% da lipidi, soprattutto saturi, e 45-60% da carboidrati), ma ovviamente le quantità “in peso” saranno minori. Rimane invariato il riferimento per l’introduzione di proteine, che è pari a 0.90 g/kg di peso sia per la popolazione maschile che per quella femminile.

Per quanto riguarda le vitamine, il riferimento per l’assunzione di vitamina C, B1, B2 ed A è lievemente più basso per la donna che per l’uomo, a parità di età, ma per le altre non ci sono differenze. Tra i minerali, la differenza più importante è data dal ferro, il cui apporto di riferimento per la popolazione maschile (10 g/giorno) è molto più basso di quello per la popolazione femminile in età fertile (18 g/giorno). Questo perché le perdite mestruali determinano una perdita del minerale che deve essere compensata. Purtroppo, questo è relativamente difficile, e spesso le donne hanno una carenza di ferro che può aggravarsi nella gravidanza. Altra differenza è data dal calcio, in particolare nelle donne in menopausa (60-74 anni). Durante questo periodo della vita le modificazioni ormonali portano ad un aumento della perdita di tessuto osseo che deve essere combattuta anche dieteticamente se si vuole evitare l’osteoporosi. Dopo i 75 anni, anche il maschio avrà bisogno di introdurre una quantità maggiore di calcio, perché l’osteoporosi non è un problema solo femminile; semplicemente, nelle donne tende a manifestarsi prima.

Alessandra Bordoni
Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari
Università di Bologna